Attenzione: nonostante le procedure che vi indichiamo vengano sempre controllate per garantirvi la massima sicurezza, qualsiasi operazione che abbia a che fare con il root può potenzialmente causare problemi. Se sfortunatamente doveste riscontrare un malfunzionamento, faremo di tutto per cercare di risolvere nel migliore dei modi, tuttavia non ci riterremo responsabili.
Cosa dovete fare prima di flashare una custom ROM
Non è che uno si sveglia la mattina, sceglie la ROM che gli piace di più e la flasha bel bello sul proprio smartphone. Se fosse così facile saremmo tutti sviluppatori e fisici nucleari. Per poter installare una ROM dovrete prima assicurarvi di aver ottenuto le seguenti cose:
- Un bootloader sbloccato
- I permessi di ROOT
- Una custom Recovery
- Il file della ROM cucinata che desiderate installare
Se già a questo punto della nostra guida vi siete sentiti mancare e non pensate di potercela fare a leggere il resto, vi consiglio di ripetere lentamente questo mantra "basta un poco di zucchero e la pillola va giù". Scherzi a parte, sono tutte procedure facili da seguire, soprattutto se spiegate passo passo come in questo caso, quindi fatevi coraggio e scoprite, per prima cosa, come sbloccare il bootloader del vostro smartphone, passaggio che, se sarete fortunati, potrete persino saltare.
1. Sbloccate il bootloader
Il bootloader è il primo programma che si avvia all'accensione del dispositivo e gestisce cosa avviare successivamente. Normalmente viene avviato il sistema operativo di Android, ma tramite una combinazione di tasti è possibile comandargli di avviare la Recovery o altro ancora.
Il suo scopo in pratica è quello di controllare ed avviare il sistema operativo (nel nostro caso Android) o altri contenuti situati in particolari partizioni. La maggioranza dei produttori bloccano il bootloader, permettendogli di caricare solo ed esclusivamente firmware autorizzati e dotati di firma digitale, impedendo di fatto l'installazione di qualsiasi altra custom ROM o Recovery.
La prima cosa che dovete fare è dunque quella di scoprire se il bootloader del vostro smartphone è stato bloccato dal bran,d e potrete farlo tramite una semplice ricerca su Google. Nel caso in cui dovesse esserci questa barriera allora dovrete procedere con lo sblocco del bootloader. La procedura di sblocco avviene solitamente tramite comandi adb e potrebbe risultare un problema agli utenti meno esperti, ma nel seguente articolo abbiamo raggruppato i migliori programmi e le migliori app per sbloccare il bootloader in un solo tocco, a seconda dei diversi produttori:
2. Ottenete i permessi di root
Il termine root deriva dal mondo Unix/Linux ed indica l’utente dotato di massimi permessi per la gestione del sistema, quello che per il mondo Windows è chiamato Administrator. Ottenere i permessi di root su Android serve fondamentalmente a modificare parametri e file di sistema, altrimenti inaccessibili: disinstallare app predefinite, fare backup totali su schedaSD, eseguire overclock del processore, usare app speciali come firewall e tanto altro altro ancora.
Ci sono anche aspetti negativi dei permessi di root: le procedure richiedono un po' di esperienza, la garanzia dello smartphone potrebbe non essere più valida una volta rootato e potreste avere qualche problema con gli aggiornamenti ufficiali di Android, che dovrete imparare ad installare manualmente. Di questo però parliamo in maniera approfondita in un altro articolo:
3. Installate una Custom Recovery
La Recovery è un po' come il BIOS di Windows (la schermata nera con scritte bianche visualizzata quando accendiamo il PC), una particolare partizione del cellulare che permette di eseguire alcune operazioni a basso livello non possibili altrimenti durante il normale funzionamento del sistema. La Recovery è già presente in versione base in ogni dispositivo Android ed è possibile entrarci con una speciale combinazione di tasti (la più comune è, da telefono spento, volume su + tasto On/Off + tasto home) sempre che il produttore non l'abbia bloccata.
Con la Recovery è possibile effettuare determinate operazioni, la più importante è quella del ripristino delle impostazioni di fabbrica, utile soprattutto quando non si riesce più ad accedere alle funzioni del telefono a causa di errori vari di sistema o corruzione di file importanti. Altre operazioni presenti nella recovery di base sono la pulizia della cache (già compresa però all'interno del ripristino impostazioni di fabbrica), il flash delle rom e il backup del sistema.
Dopo esservi assicurati di avere i permessi di root con Root Checker, dovrete scegliere quale custom Recovery vorrete utilizzare. Le più famose sono ClockworkMod Recovery e TWRP Recovery, entrambe ottime scelte anche se personalmente preferisco la prima per abitudine/affezione. Scaricate l'installatore associato alla Recovery scelta dal Play Store:
ROM ManagerTWRP Manager (ROOT)
Aprite l'applicazione e selezionate l'opzione Flash ClockworkMod recovery o Install TWRP. Attendete qualche minuto e avrete la recovery scelta installata sul vostro dispositivo.
4. Come flashare una custom ROM
Una ROM è un'immagine di sistema di un dispositivo. Contiene il sistema operativo, in questo caso Android, le applicazioni e tutto quello che li accompagna (come può essere ad esempio un PDF con il manuale del dispositivo, o degli sfondi personalizzati, ...). Le ROM stock sono le ROM fornite dal produttore del dispositivo, e sono in genere personalizzate da quest'ultimo rispetto ad Android "vanilla", ovvero la versione di Android "base" che si ha compilando i sorgenti del sistema operativo.
In rete esistono una miriade di ROM per tutti i dispositivi Android e l'unica cosa che posso fare è consigliarvi sulle possibili scelte, ed un primo grande consiglio è il seguente: ricordate che il produttore del vostro dispositivo ha investito tempo e denaro nella vostra ROM stock, quindi, a meno che abbiano abbandonato lo sviluppo di aggiornamenti, è difficile (ma non impossibile) trovare una ROM che giri meglio.
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