Il sito gsmarena.com ha svelato in anteprima quale sarà il processore, o meglio il SoC (System On Chip) utilizzato dal Samsung Galaxy Note 5. Grazie a uno screenshot del software CPU-Z utilizzato appunto per verificare le specifiche hardware del Note 5, si nota infatti alla voce “Hardware” la presenza del processore SoC Exynos 7422, che a quanto pare è una versione migliorata del modello Exynos 7420 utilizzato da Samsung per i suoi smartphone Galaxy S6 e S6 Edge.
Confermata la voce che il Note 5 disporrà di 4 GB di RAM così come i 32 GB di memoria interna, anche se non è ancora chiaro se il Note 5 avrà uno slot per memorie microSD. In esecuzione, come sistema operativo, si avrà Android Lollipop 5.1.1, ovvero l’ultimissima versione lanciata da Google.
Il display QHD da 5,7 pollici avrà sicuramente qualche nuova tecnologia come da sempre l’azienda coreana ci ha abituati al lancio di una nuova versione del suo Galaxy Note. Infine, piccola curiosità, riguarda il nome che verrà dato da Samsung alla versione internazionale del Galaxy Note 5, che si chiamerà SM-N920F. Per avere la conferma delle specifiche tecniche bisognerà attendete la metà di agosto, data prevista per il lancio ufficiale.
Quanto al design e ai materiali, aspetto sempre più strategico, anche se ci sarebbe molto da dire sul attuale predomino del contenitore sui contenuti, ci si aspetta che il Note 5 sia esteticamente derivato in qualche misura da S6. Troveremo, quindi, una carrozzeria interamente metallica (e non ibrida di plastica con cornice in alluminio di Note 4). Un salto di qualità: addio dunque alle terrificanti cover in similpelle che hanno contraddistinto le ultime due generazioni del crossover coreano. Ma, ed è questa la nota dolente, sulla scia dell’ossequio al bel design perderemo quasi certamente la batteria estraibile e, ben più grave, anche la memoria estraibile con MicroSd perché non è ancora chiaro se il Note 5 avrà uno slot per memorie microSD, ma ci sono poche speranze.
Tra le motivazioni tecniche che addurranno quelli di Samsung ci potrà essere anche il fatto che lo storage interno è realizzato con memorie UFS 2.0 ben più veloci in lettura e scrittura delle schede Sd. Si genererebbe un collo di bottiglia. Forse nessuno lo avrebbe notato, però. Continuiamo a pensare che l’espandibilità della memoria sia cosa buona e giusta. Ok che c’è’ il cloud, ma in aereo come accedo ai miei file?? E in vacanza, magari all’estero con roaming da rapina, senza wi-fi e in 3G/4G, devo pagare un botto per vedere le mie foto? C’è ne abbastanza da arrabbiarsi con Samsung qualora fosse confermata l’eliminazione della memoria esterna così come avvenuto con S6. Copiare i difetti i Apple ci sembra una pessima idea. E tra l’altro la necessità di comprare uno versione con un taglio di memoria corposo (si ipotizza 32, 64 e 128 Gb) farà aumentare, come accaduto con S6, i prezzi. Ed è facile prevedere che un eventuale Note 5 da 128 GB potrà costare oltre 1.000 / 1.100 euro.. vedremo cosa succederà, ma intanto incrociamo le dita.
Infine, il Note 5, e le sue eventuali varianti Edge con display curvo, non sarà probabilmente l’unico Samsung di fascia top con mega display. Infatti si vocifera sull’imminente lancio di un Galaxy S6 Plus, con schermo da 5.5 pollici. Un modo per rispondere sia a competitor come Lg e il suo G4, sia Apple che con iPhone 6 (4.7 pollici) e iPhone 6 Plus che con i suoi 5.5 pollici è il phablet con il display più piccolo e la carrozzeria più grande di tutti. Con gli ultimi modelli la casa della mela si è inserita con estremo successo nel filone degli smartphone con display grande per i parametri di Apple (gli atri montano i 4.7 pollici su device “Mini”), mentre con iPhone 6 Plus ha creato un crossover, un incrocio tra tablet e smartphone, ma al contrario del Note non ha la S Pen, che è bene ribadirlo, è un sofistico sistema di input e gestione dell’interfaccia, che permette di fare cose mirabili non è un antico retaggio dello stilo dei vecchi palmari (denominazione che andrebbe semanticamente recuperata). Il nuovo S6 Edge avrebbe dunque lo scopo di moltiplicare le forze contro il modello californiano. Samsung è avvezza a strategie di questo tipo tese a moltiplicare l’offerta, ma questo spesso confonde i consumatori e fa innalzare i costi di sviluppo, marketing e assistenza.
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